Pagare una tassa per poter lavorare
In questi giorni è in pieno svolgimento il 15° censimento nazionale delle persone e delle abitazioni.
E’ un piccolo fastidio che ogni famiglia deve sopportare, agevolato questa volta dalla possibilità di compilare il questionario online, che prevede però una grande macchina organizzativa.
Davvero non è una cosa semplice per l’Istat organizzare questo appuntamento decennale ed anche per i comuni che sono chiamati ad operare sul territorio.
I comuni si avvalgono per il censimento di personale assunto per l’occasione.
In tutti i comuni si è svolta una selezione con compilazione di una graduatoria da cui sono stati assunti i rilevatori ed i coordinatori del censimento.
Una piccola occasione di lavoro per i tanti disoccupati italiani.
Il contratto di incarico è sottoscritto durante il primo giorno di servizio presso il Centro comunale di raccolta assegnato.
A tale scopo ciascun rilevatore ha dovuto presentare:
– codice fiscale
– marca da bollo da € 14,62
– 1 fotografia formato tessera per il tesserino di riconoscimento.
Per poter avere questo piccolo lavoro saltuario (pieno zeppo di responsabilità ed abbastanza stressante) il rilevatore deve pagare una tassa !
E’ una assurdità, tassati per lavorare. Tra l’altro stiamo parlando di ragazzi disoccupati, quindi prima che arrivi il compenso per il censimento probabilmente anche a corto di denaro .
Ma contro ogni buon consiglio che vede una truffa laddove si richiede del denaro per ottenere un lavoro, lo Stato non si fa problemi a fare altrettanto .
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