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TARI – marca da bollo per sapere a quanto ammonta il rimborso della parte variabile sulle pertinenze

Ieri sera ascoltavo distrattamente il telegiornale e ad un certo punto ho fatto letteralmente un salto sulla sedia. Il giornalista affermava che i comuni richiedono una marca da bollo da 16 euro a coloro che si presentano per conoscere a quanto ammonta il loro diritto al rimborso per l’applicazione della parte variabile della tariffa TARI sulle pertinenze.

La questione del rimborso TARI è un gran pasticcio, il Ministero delle Finanze ha pubblicato una circolare che chiarisce l’interpretazione dell’applicazione della TARI che a sua volta avrebbe bisogno di essere interpretata.

La stessa circolare afferma che i cittadini che vogliono ottenere il rimborso devono conteggiare a quanto ammonta e richiedere l’importo esatto nella loro domanda di rimborso.  Questa cosa è assurda, non trova legittimazione nelle prassi ordinarie e crea ulteriori problemi.

Non è facile calcolare il rimborso della TARI: non è sufficiente guardare sulla bolletta a quanto ammonta la parte variabile applicata alle pertinenze, perché le superfici di quelle stesse pertinenze devono essere sommate alla superficie dell’abitazione principale e ricalcolato la parte fissa e la parte variabile TARI sulla somma complessiva dei metri quadrati. Visto che molti comuni hanno applicato la parte variabile sulle pertinenze, ma non in misura proporzionale al numero dei componenti del nucleo familiare, come invece adesso deve essere calcolata, bisogna prima di tutto accertarsi delle modalità di calcolo del comune e poi procedere ai calcoli. Procedimento non alla portata di tutti.

facsimile rimborso tari

Premesso che credo che nessun comune rifiuterà una domanda di rimborso priva dei suddetti calcoli, il cittadino tipo non può fare altro che seguire le indicazioni del ministero, quindi volenterosamente pensa di potersi fare aiutare dagli uffici comunali a fare una stima degli importi a rimborso.

Secondo la notizia riportata al telegiornale e ripresa stamani dai quotidiani, i comuni chiedono una marca da bollo da 16 euro per rispondere alla giusta istanza dei cittadini. (il maggiore imputato è il Comune di Senigallia provincia di Ancona che però ha smentito con un comunicato del Sindaco)

Credo che sia un caso isolato, ma se doveste fare questa istanza e vi sentiste richiedere la marca da bollo, chiedete in base a quale articolo del Decreto 642/1972, o meglio con riferimento a quale parte della tabella allegata al decreto che determina le tariffe dell’imposta di bollo. (tabella documenti soggetti fin dall’origine  – tabella dei documenti soggetti in caso d’uso)

Io sinceramente mi sono appena riletto tutto il decreto e non riesco a capire dove questi comuni possano aver letto che devono richiedere una marca da  bollo per comunicare l’importo del tributo.

Perché se è vero che non richiedono una marca da bollo quando inviano la cartella con il tributo errato, non si capisce perché si dovrebbe pagare la marca da 16 euro per ricevere lo stesso conteggio corretto.

Ripeto: ditemi dove è scritto nel decreto o negli allegati che per richiedere un conteggio dei tributi ad un ufficio comunale si debba fornire una marca da bollo.

TARI – marca da bollo per sapere a quanto ammonta il rimborso della parte variabile sulle pertinenze ultima modifica: 2017-12-20T17:18:00+01:00 da admin-Salvatore

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